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Recensione "Mi fido di te" (Serie Un nuovo inizio #1) di Francesca Preziosi

Titolo: Mi fido di te
Autore: Francesca Preziosi
Serie: Un nuovo Inizio #1
Genere: Contemporary romance 
Editore: Self-Publishing 
Data di pubblicazione: 4 febbraio 2017
Link per l'acquisto: Amazon

(Anche se fa parte di una serie, il romanzo è da considerarsi autoconclusivo)

Sinossi
A 22 anni Sam non ha ancora deciso cosa fare della sua vita. Ha trascorso gli ultimi 4 anni saltando da un lavoro ad un altro, senza mai riuscire a prendere una vera direzione, e lasciando che le sue scelte mancate prendessero il sopravvento.

Adam ha 30 anni e sta cercando di ricucire i pezzi della sua vita, andata in frantumi la notte in cui un camion ha travolto lui e il suo migliore amico. È dura per lui ricominciare: l'incidente gli ha lasciato cicatrici profonde, segnandolo nel corpo e nel cuore.

L'incontro inaspettato con Sam darà un'ulteriore svolta al destino di entrambi. Riusciranno a fidarsi l'uno dell'altro e a camminare verso un nuovo inizio, insieme?
Recensione
“Mi fido di te” è una storia intima come intimo è il mondo che l'autrice descrive e racconta; è il ritratto di una famiglia che si riscopre unita in un legame che va oltre il dettato di sangue; è un universo di rapporti umani che si nutrono di tensioni opposte, di esperienze condivise fra dolori e rinascite, è la consapevolezza di essere abitati continuamente da sentimenti ed emozioni diverse ed è la storia di un giovane uomo di 22 anni, alto, bello e forte, apparentemente solido e duro come la roccia, ma che, in realtà, è sempre in equilibrio precario. Perché Sam, figlio di Clayton Donovan, famoso e stimato psichiatra di Manhattan, e di Patricia, madre respingente, dura e ruvida che lo ha lasciato quando di anni ne aveva 15, andandosene via di casa, si sente solo, confuso e incerto sul proprio futuro, inghiottito da stati d'animo incontrollabili di cui non riesce ad avvertire il gusto dolce o amaro. Sam si è diplomato con ottimi voti, ma non ha proseguito gli studi, in una rincorsa interna, sterile e continua a un comportamento inconsistente, in cui non trovano armonia bisogni, valori e desideri. Sam lavora, si arrangia, si trascina, incapace di ri-orientare positivamente se stesso. Una sera, dopo la fine del suo turno di lavoro in un bar malfamato e mal frequentato, rimane coinvolto in una rissa, la seconda nel giro di pochi mesi; per questo motivo viene fermato dalla polizia e assegnato dal giudice Delray ai servizi socialmente utili presso un centro di riabilitazione neuro-motoria per ragazzi portatori di disabilità importanti. Ed è proprio all'Hope&Run che Sam si affaccia finalmente alla vita, che comprende la bellezza insita nelle difficoltà, e la stabilità del desiderio di coltivare relazioni umane che vanno sotto il nome di amicizia, ed è in questo spazio autentico e di crescita che Sam incontra e conosce Adam. Adam Colin ha 30 anni, lavora presso una famosa agenzia pubblicitaria di Philadelphia ed è un uomo solare, aperto e ambizioso, affascinante e determinato, magnetico e sexy, sicuro di sé e dichiaratamente gay. Ma Adam è anche un uomo ferito e danneggiato: il suo corpo è segnato da cicatrici profonde e indelebili, che diventano, nel racconto di Francesca Preziosi, metafora di un dolore più intimo e interiore, fatto di vulnerabilità e di sensi di colpa. Adam, infatti, è stato vittima di un brutto incidente automobilistico in cui ha rischiato di perdere la vita insieme a Jared, il suo amico più grande e caro. Dopo mesi di ricovero ospedaliero forzato, Adam decide di sottoporsi al programma di riabilitazione proposto dall'Hope&Run per riprendere a camminare e tornare, così, alla sua vita di sempre. Ma anche lui non ha fatto i conti con il destino o con la conseguenza inevitabile di ogni processo di crescita perché quando Adam incontra e conosce Sam, tutto il suo mondo si capovolge e nulla è più come prima. Sam e Adam, così, quasi fortuitamente, iniziano a frequentarsi e a conoscersi, in un clima di confidenza e di fiducia, che li spinge ad aprirsi l'uno all'altro. Sam ha costruito intorno a sé una mappa di confini che non vuole varcare: fatica a raggiungere la consapevolezza dei propri sentimenti, perché ha conosciuto troppo presto e troppo in fretta la disapprovazione e il rifiuto. In lui vive la sensazione di essere diverso e inadeguato e, per questo, anche la paura di non essere accettato; il suo senso di vergogna è così insostenibile da cedere bruscamente il posto alla confusione: non sa chi è, cosa fa né dove vuole andare. Adam, d'altra parte, non vuole esporsi a essere ferito, in una triste negazione della propria fragilità, legata alla disabilità, alla separazione, alla perdita affettiva di una persona cara che lo lascia momentaneamente disarmato. Ed è in un luogo ovattato, protetto, quasi lontano dal mondo e dal tempo, che Sam e Adam esprimono liberamente se stessi, accettando le proprie complessità e anche le contraddittorietà di non essere più soli ma in due.
Francesca Preziosi mi ha conquistata e convinta con una storia credibile, fatta di personaggi altrettanto convincenti e credibili, che raccontano la dolcezza e la spietatezza del rapporto genitori/figli, la tenerezza e il calore dei legami di amicizia, la gioia che può infondere uno slancio altruistico, l'importanza di riconoscere sentimenti ed emozioni, che incidono, sempre e comunque, in maniera diretta o sotterranea, su comportamenti e su scelte di vita. Tutto in “Mi fido di te” concorre a creare una storia ben scritta e ben raccontata: i personaggi principali, con le loro variegate sfumature; i personaggi secondari - fra cui emerge Clay, uomo empatico e attento, onesto e diretto, saggio e buono – le scene d'amore sentite e toccanti, le cui descrizioni sono immagini vive, ricche di suoni, di profumi, di sensazioni che coinvolgono il lettore; i dialoghi ora misurati e delicati, ora malinconici e incalzanti in uno stile di scrittura lineare, chiaro e scorrevole, corposo e incisivo, a tratti stringato e diretto, sempre immediato e accattivante. "Mi fido di te" è il primo volume di una trilogia che apre la strada ad una storia di vite e di persone che s'intrecciano, s'intersecano e che lasciano il segno nel lettore, parola dopo parola, ed è anche una dolcissima e tenera storia di nuove possibilità, che non possono prescindere da quello che è stato, perché amare è un sentimento che affonda le sue radici nel bisogno di essere amati. Questa è una verità semplice, forse anche un po' banale, ma che non sempre nella vita si ha la fortuna di riuscire a comprendere e ad accettare. Quando ci si ritrova, però, a fare a pugni con le illusioni, con i condizionamenti, con le razionalizzazioni di ogni vissuto, come accade a Sam, la realtà assume una nuova prospettiva, che esige chiarezza, e per ottenerla si ripercorre il proprio passato, per riviverlo, per afferrarne il senso e per scoprire che abbiamo amato ancora prima di imparare ad amare e che amare è una scelta inevitabile che ci attende dietro l'angolo di ogni meraviglioso e promettente "nuovo inizio".
Citazione preferita:
"Dio. Sì, poteva. Poteva avere una seconda possibilità. La meritava. Era sopravvissuto, aveva lottato e sofferto. Aveva pianto e, nei momenti più bui, aveva pensato di non farcela. Aveva combattuto contro il dolore fisico e aveva vinto. E Sam… Sam era la sua ricompensa. Era il suo cuore che tornava a battere, il sangue che tornava a scorrere. [...] E sentì i battiti del suo cuore echeggiare nella sua testa. Per la prima volta dopo tanto, tanto tempo, sentì che il suo cuore batteva all'unisono con un altro. E, finalmente, si sentì in pace."


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