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Recensione "Al sicuro nel suo cuore" (Serie Safe #2) di Renae Kaye

Titolo: Al sicuro nel suo cuore
Titolo originale: Safe in his heart
Serie: Safe #2
Autrice: Renae Kaye
Trad.: Ciro Di Lella 
Editore: Triskell Edizioni 
Pagg.: 287
Genere: contemporaneo
Data di uscita: 18 settembre 2017 
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Sinossi
Andrew e Paul si sono avvicinati a Dio e a Gesù in chiese diverse e il loro approccio alla spiritualità è diametralmente opposto.
Andrew è cresciuto con la fede cattolica, che gli ha insegnato che l’omosessualità è un peccato. È stato costretto a nascondere la verità su se stesso per tutta la vita. Si è sposato e ha avuto dei figli, una maschera da presentare al mondo, una maschera da eterosessuale. Solo in seguito alla sua relazione con Paul, che gli mostra un aspetto diverso della religione, Andrew capisce di poter essere gay e avere ancora fede. Il Dio di Paul è pura accettazione e amore, nella sua chiesa l’omosessualità non è un problema.
Nel viaggio di Paul e Andrew, innamorarsi è la parte più facile. Ma ci sono tante cose su cui lavorare: il dolore del tradimento, la paura di essere scoperti, l’abbandono da parte della moglie di Andrew, le incombenze di dover crescere dei figli, la pressione dei rispettivi lavori e la costruzione di un futuro insieme. Solo superato tutto ciò potranno sentirsi al sicuro l’uno nel cuore dell’altro. 

Recensione
Al centro di Al sicuro nel suo cuore c'è una storia d'amore. C'è ma allo stesso tempo non c'è. C'è un uomo in realtà e la sua, di storia, tesa e vibrante, a volte bella, a tratti dolorosa. Al centro di Al sicuro nel suo cuore ci sono Paul Marshall e Andrew Lockwood. Ma soprattutto c'è Andrew, con la sua moglie perfetta, con i suoi figli amatissimi e la sua famiglia di origine rigidamente cattolica. C'è anche un racconto diverso da quelli a cui Renae Kaye ci ha abituati. C'è un tocco di irriverenza e provocazione, un lieve umorismo che alleggerisce un'atmosfera altrimenti inquieta e tormentata sempre, ma senza dubbio il tema affrontato nel secondo volume della serie Safe, edita da Triskell Edizione con la trad. di Ciro Di Lella, è spinoso e attuale. Un tema che non desta facile ilarità. 

Renae Kaye costruisce un personaggio che può non attirare particolare simpatia e in cui, forse, non è facile immedesimarsi. Almeno non subito. Perché Andrew, un trentenne bello e ricco, un leader sul lavoro ma solo e smarrito all'interno del suo nucleo familiare e della sua vita privata, è un uomo che mente. È un bugiardo fatto e finito. Mente ai suoi genitori, severi e poco inclini alla comprensione, mente alla moglie e ai suoi figli, ai colleghi di lavoro, agli amici e ai vicini di casa. La sua vita è un coacervo ingarbugliato e distorto di mezze verità, di menzogne e dissimulazioni, di sentimenti asfittici e privi di sostanza. Ad assassinare le sue emozioni è stata un'emozione stessa, quella che forse, più di tutte, disorienta, destabilizza e disintegra: la vergogna. La vergogna di essere gay. Un peccato agli occhi di Dio e degli uomini. 

Andrew vive di stereotipi interiorizzati ed è figlio di un'educazione inflessibile che mira all'obbedienza e alla sottomissione, alla paura costante del giudizio altrui. I suoi genitori sono cattolici praticanti e, più o meno inconsapevolmente, lungo una strada lastricata da buone intenzioni, hanno alterato il suo processo di crescita e la sua identità, hanno condizionato le sue scelte di vita deformando lo specchio che riproduce la realtà. Messa in questi termini, quella di Al sicuro nel suo cuore è una storia che può apparire crudele e per certi versi lo è: è indiscutibilmente vera. Comune. Quasi banale. Perché frequente. 
Quando Andrew si rende conto di essere gay e comprende fino in fondo che non potrà mai conciliare la sua omosessualità con le aspettative dei suoi genitori, con i dettami della chiesa e gli insegnamenti del catechismo, non si concede più la libertà di assaporare la malinconia che arriva dalla tristezza, né la forza promessa dalla rabbia, né la determinazione che proviene dalla ribellione. L'unico suo stato d'animo è intimamente legato al senso di colpa. E la colpa porta con sé la vergogna, che rende estranee tutte le altre emozioni e rompe il dialogo con l'ambiente circostante e la propria vita interiore. 
Ma Andrew non riesce a rinnegare fino in fondo i suoi bisogni. Si è sposato con una donna, ha due splendidi figli e un lavoro e una posizione economica invidiabili, ma avverte il bisogno di amare gli uomini come vitale. Così, ogni tanto, si concede qualche scappatella. I suoi incontri in un'anonima e fredda palestra sono fatti di sesso veloce e vorace, tenuti a distanza dai suoi valori cristiani tradizionali grazie a un'immaginaria e chirurgica linea di demarcazione. Questi stessi valori, però, subiscono uno scossone nel momento in cui conosce Paul, il migliore amico di Lon, protagonista del primo volume della serie.  

Paul è un infermiere ed è un uomo generoso, attento e premuroso, dichiaratamente gay e orgoglioso di esserlo. Dopo il loro incontro fortuito nulla sarà più come prima: degli sguardi infuocati sotto le docce segnano l'inizio per Andrew di una lotta interna, di un conflitto che vede da una parte la tensione a realizzare i bisogni di intimità con Paul e a creare con lui una relazione autentica e sana, e dall'altra l'abitudine a idealizzare la propria identità e a rinunciare alla gratificazione pur di preservare intatto il matrimonio e tutto ciò che è fondato sull'insincerità. Questo, per Andrew, è il prezzo da pagare per ricevere l'amore e l'approvazione dei genitori e il perdono di Dio. 
Ma la natura delle cose non è mai semplice o lineare, e ciò che si è preme sempre per venire alla luce. In fondo, non c'è una sola nascita nella nostra vita, e sebbene possa fare paura cambiare o concedersi la possibilità di vivere autenticamente, quello che conta è  sentire e soprattutto ascoltarsi. 

Probabilmente in questo libro avrò visto più di quel che c'è. Forse Al sicuro nel suo cuore è soltanto la storia d'amore di Andrew e di Paul. Forse è soltanto la storia di una donna che fugge da se stessa ed è la storia di due bambini dolcissimi che incarnano l'innocenza e la capacità di accogliere le differenze senza giudicare. Forse è soltanto un semplice richiamo al dibattito interno alla chiesa, quella non al passo con i tempi, e forse, ancora, è la storia di due famiglie che, dinanzi ai legami di sangue prima e di affetto poi, possono persino imparare a interrogarsi e a mettersi in discussione. Forse Al sicuro nel suo cuore è solo un libro imperfetto, come siamo imperfetti noi con i nostri pregi e i nostri difetti, e un po' come è imperfetto Andrew con le sue paure, i suoi dubbi e le sue vulnerabilità, figlie di dinamiche relazionali complesse e mai scontate. 
Di una cosa, però, sono certa: Al sicuro nel suo cuore mi ha ricordato che "l'umanità ha sempre barattato un po' di felicità per un po' di sicurezza" (cit.), che non deludiamo gli altri ma molto più semplicemente non confermiamo le loro attese e aspettative e, cosa più importante, che nel migliore dei mondi possibili posso scroprire chi sono senza il timore di essere giudicat*. Perché, prevedibile ma vero, se voglio amare te... posso — e devo soltanto — essere me. 

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