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Recensione: "Nel centro del mirino" (Serie Thirds #6) di Charlie Cochet

Titolo: Nel centro del mirino 
Titolo originale: Catch a Tiger By The Tail 
Serie: Thirds #6
Autrice: Charlie Cochet 
Trad.: Emanuela Graziani 
Editore: Triskell Edizioni 
Genere: Paranormal/Poliziesco 
Pagg.: 225 
Data di uscita: 1 gennaio 2018 
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Sinossi 
Calvin Summers e Ethan Hobbs sono migliori amici fin da quando erano bambini, ma a un certo punto la loro amicizia si è trasformata in qualcosa di più profondo. A seguito dell’esplosione delle bombe al Centro Giovanile Teriano, Calvin si rende conto di quanto possa essere breve la vita e decide di non tenere più segreti i sentimenti che nutre verso il suo miglior amico. Purtroppo, il cambiamento è difficile per Ethan; per la maggior parte del tempo se la cava bene a gestire il suo mutismo selettivo e l’ansia sociale. La confessione di Calvin aggiunge una nuova difficoltà per lui, una che teme possa costargli l’amicizia che è stata tutto il suo mondo fin da quando ha memoria.

Come partner e agenti della Difesa dei THIRDS, far parte della Destructive Delta è difficile nel migliore dei casi, ma tra interventi sul campo e situazioni in cui rischiano la vita, Calvin e Ethan non solo affrontano le sfide del loro lavoro, ma anche l’impegnarsi insieme per un futuro in cui essere qualcosa di più che amici.

Recensione 
Se dovessi usare un termine per descrivere questo sesto volume della serie Thirds, sarebbe SORPRENDENTE. Per così tanti motivi che ho perso il conto di quante volte il mio cuore ha battuto troppo velocemente, per l’emozione o l’ansia. Sono arrivata a un punto in cui avevo quasi paura di andare avanti, ma la curiosità è stata ovviamente più forte e così ho continuato a leggere con una forte sensazione di angoscia. In effetti, la prima cosa da dire, ed è quasi un avvertimento, è che Al centro del mirino finisce con un cliffhanger di dimensioni epiche. Ne ero già a conoscenza, ma questo ha solo aumentato la mia ansia quando stavo per arrivare alla fine del libro. Ma partiamo dall’inizio. 

Protagonisti, questa volta, sono l’agente Ethan Hobbes, teriano tigre, e il suo migliore amico, l’agente umano Calvin Summers. Charlie Cochet ci ha lasciato degli indizi nei volumi precedenti, briciole di cui abbiamo dovuto accontentarci, che ci hanno incuriositi e ci hanno fatto amare i due amici. La loro è un’amicizia nata ai tempi dell’adolescenza, che dura da ben ventiquattro anni; un’amicizia leale, profonda e indispensabile per entrambi. 
Il suo migliore amico non avrebbe mai permesso che gli accadesse qualcosa, se avesse potuto evitarlo. Ethan sarebbe arrivato a combattere per lui, a tenerlo al sicuro. Si guardavano le spalle l’un l’altro, sia sul campo che fuori. Era sempre stato così. Loro due contro il mondo.
Un’amicizia che, poco alla volta, diventa qualcosa di molto più profondo, più intimo e romantico. Uno sviluppo che Ethan fa difficoltà ad accettare, nonostante sia consapevole dei sentimenti che prova per il suo migliore amico. Cambiamenti. È di questo che si tratta ed è dai cambiamenti che Ethan è spaventato. Cosa succederebbe se lui e il suo migliore amico, la persona più importante della sua vita, iniziassero una relazione che poi non andrebbe a buon fine? Che fine farebbe, lui, se dovesse perdere Calvin per sempre? Il suo migliore amico è l’unica persona con cui Ethan riesce a essere se stesso, a suo agio, a mettere da parte la sua ansia, le sue insicurezze e le sue paure. Quante cose cambierebbero nelle loro vite? Eppure, i sentimenti sono troppo forti per ignorarli per sempre. E Calvin… per quanto tempo Calvin potrà aspettarlo? 

Sapevamo già qualcosa sul passato di Ethan, del suo mutismo selettivo e dell’ansia sociale. Sapevamo che le uniche persone con cui riesce a parlare sono suo fratello Seb e Calvin, e poco alla volta ci riesce anche con Dex, ma è il suo migliore amico l’unica persona con cui si sente al sicuro. Sapevamo già del suo lato sensibile, fragile e vulnerabile, della sua gelosia nei confronti di Calvin, delle sue abilità come agente dei Thirds. Al centro del mirino ci permette di approfondire le sue paure e insicurezze, quanto per lui sia difficile, addirittura straziante, non riuscire a parlare con chi vorrebbe. Ethan vorrebbe essere diverso, vorrebbe riuscire a parlare con i suoi amici, con i suoi genitori e ogni volta che ci prova senza però riusciscirci la sofferenza e l’insicurezza aumentano. 

Calvin. In questo volume impariamo molto su di lui, un uomo alto un metro e settanta ma provvisto della forza e del coraggio di un teriano. Calvin è paziente, dolce, sensibile, attento e comprensivo. Farebbe di tutto per tenere al sicuro il suo migliore amico, per proteggerlo da qualsiasi cosa possa procurargli un attacco di panico o aumentare la sua ansia e le sue insicurezze. Anche trattenere i suoi sentimenti per dare a Ethan tutto il tempo che gli occorre per prendere una decisione. Anche mentirgli, nascondergli avvenimenti e notizie che potrebbero ferirlo. Il suo passato è difficile quasi quanto quello del suo migliore amico, ha un bagaglio pieno di sofferenze e delusioni che ancora si porta dietro e che nasconde per non far preoccupare chi ama. Il suo passato è un altro aspetto di questo libro che mi ha sorpresa, avvenimenti che, a dirla tutta, non avrei immaginato e non so bene dire il perché visti gli altri personaggi della serie. Sul serio, c’è qualcuno della Distructive Delta che abbia vissuto un’infanzia o un’adolescenza serena? Confido in Rosa e Letty!
Si era sempre e solo considerato un sopravvissuto. Anche se si chiedeva spesso se sarebbe finito dov’era in quel momento senza Ethan al suo fianco.
Calvin e Ethan sono un esempio di dolcezza, romanticismo, lealtà e fiducia. Ci insegnano cosa significa tenere a qualcuno e conoscerlo davvero. Cal è l’unico che riesce a capire Ethan anche solo guardandolo, attraverso i suoi sguardi, le espressioni, anche solo attraverso un respiro. Tra loro non servono le parole. Calvin è il rifugio di Ethan, e viceversa. Perché questi due meravigliosi ragazzi sono uno l’ancora dell’altro. Ethan ha bisogno di Calvin, ma anche quest’ultimo ha bisogno di lui. E imparerà che proprio nei momenti di bisogno deve permettere al suo migliore amico, l’uomo che ama, di stargli accanto. 
«Perché lo fai?» gli chiese dolcemente. «Perché ti tieni tutto dentro fino a quando non sei pronto per scoppiare? Soffrendo in silenzio? Hai sempre asciugato le mie lacrime, ma non mi hai mai permesso di fare lo stesso con te. Fino a stasera.» «Non avevo lacrime da versare, Ethan. Non potevo permettermelo.»
Ho apprezzato molto l’approfondimento psicologico sul ruolo di Calvin all’interno della squadra. Calvin è un cecchino, e come tale il suo compito è uccidere. Se un uomo è una minaccia per la sicurezza civile, allora deve sparargli e mettere fine alla sua vita. Non importa altro. Non conta che quest’uomo possa avere una famiglia a cui mancherà. È il suo lavoro e deve eseguirlo, in modo freddo e distaccato. Ma come si sente Calvin quando mette da parte la sua arma? Questa è una domanda che mi sono sempre fatta, al di fuori dei Thirds. Come si sentono soldati, agenti della sicurezza che per salvare delle vite devono mettere fine ad altre? Cosa gli suggerisce la loro coscienza? 
Calvin si mise velocemente al lavoro, smontando la carabina. Aveva la mente lucida mentre riponeva i pezzi nella sua borsa nera, seguiti dal treppiede. Dopo aver messo via tutto, afferrò la sacca e lasciò la stanza. Era come se non fosse mai stato lì. […] Non era un mostro senza cuore. Non significava che non gli importasse solo perché riusciva a distaccarsi. Forse all’inizio, mentre li teneva nel mirino, erano dei bersagli, ma in un angolo della sua mente, si trattava sempre della vita di qualcuno. Spesso aveva avuto degli incubi su una sparatoria. Aveva rivissuto il momento. A volte andava proprio come era accaduto durante l’incidente; a volte, i dettagli cambiavano. I peggiori erano quelli in cui i bersagli cambiavano, trasformandosi in qualcuno a cui teneva, come sua madre o Ethan, o un membro della sua squadra. In quelle notti si svegliava sudando freddo, il volto bagnato dalle lacrime che aveva versato inconsapevolmente.
Questo libro mi ha fatto riflettere su quanto sia importante condividere i propri sentimenti con le persone a noi care. A cosa serve tenere nascosti i propri sentimenti, le proprie angosce per proteggere le persone che amiamo, se, in realtà, ciò significa provocare loro dolore? 
«Lei lo allontana.» Calvin deglutì vistosamente. All’improvviso trovava difficile incontrare lo sguardo del dottor Winters. «Ho bisogno di tempo. Lui lo capisce.» «Sì, ma la cosa lo ferisce comunque. Quando lei soffre, soffre anche lui.» «Non voglio ferirlo. Devo i fare i conti con questa cosa da solo.» «Perché?» «Perché lui ha già abbastanza cose di cui preoccuparsi. Non gli addosserò anche i miei problemi.» ogni santo giorno, Ethan lottava contro il suo mutismo, la sua ansia, la sua famiglia e qualsiasi altra cosa decidesse di tenerlo sveglio la notte o di rompere le palle al suo tentativo di restare del tutto efficiente. Il suo lavoro era proteggere Ethan, non procurargli altro patema.» Mi ha fatto riflettere su quanto lasciare che le persone che amiamo ci aiutino non sia una debolezza. «[…] Mi dispiace che stia passando qualsiasi cosa stia passando, ma forse se parlasse davvero con qualcuno piuttosto che mandare a puttane ogni sforzo che si fa per andare d’accordo con lui, allora non lo starebbe affrontando da solo.»
Al centro di un mirino mi ha sorpresa non solo per il passato di Calvin, ma anche per gli altri personaggi. C’è una scena dedicata a Seb e Hudson che mi ha spezzato il cuore, un’altra tra i tre fratelli Hobbes che mi ha fatto davvero commuovere. Seb e Hudson, Rafe Hobbes… la loro storia, anche se solo accennata, mi ha emozionata molto. Ancora, la Sparks e Maddock che danno consigli sessuali, la Distructive Delta che fa scommesse sui compagni di squadra, ora unita più che mai, più disinvolta, allegra e rilassata.
Certo, per poco. Perché, come ho detto all’inizio, il finale metterà fine al breve periodo di relax e divertimento della squadra.   
Al centro del mirino è un libro che vi farà emozionare, ridere, trattenere il respiro. È un libro che non si può non amare se, come me, avete adorato Calvin e Hobbes fin dall’inizio della serie. 

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