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Recensione: "La Drag Queen e il re degli Homo Pomp" (Serie A prima vista #2) di TJ KLune

 

Titolo: La Drag Queen e il re degli Homo Pomp
Titolo originale: The Queen & the Homo Jock King
Serie: A prima vista #2
Autore: TJ Klune 
Trad.: Claudia Milani
Editore: Triskell Edizioni
Genere: Contemporaneo  
Pagg.: 460 
Prezzo ebook: € 5,99 
Prezzo cartaceo: € 13,00 
Data di uscita: 21 settembre 2020
Link per l'acquisto: Triskell - Amazon 

Sinossi 
Credete nell’amore a prima vista?
Sanford Stewart no. Impiegato di giorno e la strabiliante drag queen Helena Handbasket di notte, Sandy ha un acerrimo nemico: Sua Frociosità Pompato I, alias Darren Mayne, il re degli Homo pomp.
I due sembrano odiarsi e comunicano con battute al vetriolo, finché un evento inaspettato e una missione disperata li costringeranno a collaborare per salvare il locale dove Sandy si esibisce. Tra litigi, incomprensioni e una buona dose di sarcasmo i due dovranno fingersi innamorati per tendere una trappola al sindaco Andrew Taylor, padre di Darren.
Ma anche quando il confine tra finzione e realtà comincia a sfumare, i rancori del passato continueranno a minare il loro rapporto e solo l’intervento degli amici salverà la situazione.

Recensione 
È sempre una grande emozione per me tornare a leggere TJ Klune. È uno dei miei autori preferiti, non lo nego, uno di quegli scrittori in grado di stupirmi, di accelerarmi il battito del sangue e il pulsare del cuore. Così, quando ho la fortuna di avere tra le mani un suo romanzo, non mi resta che affidarmi alla sua più esperta traduttrice italiana, Claudia Milani, per conoscerlo meglio, per entrare in intimità con il suo mondo ricco di fantasia e comprensione e per esplorare da un estremo all'altro il terreno di gioco su cui predilige muoversi, certa di essere trascinata altrove. Perché addentrarsi in un libro di Klune significa lasciarsi trasportare da un'energia vitale e da una corrente sotterranea di impulsi, colori ed emozioni che non si arresta mai. Equivale a tuffarsi in un mare di follia e contraddizioni, a sentirsi prosciugati e incalzati. Vuol dire saltare e correre per non cadere mentre si insegue un'avventura dello stile intrapresa al massimo di possibilità spericolate, di giochi di parole ingegnosi, in cui tutto, persino un aggettivo o un avverbio, nasconde un fondo di verità. Perché la regola d'oro dei libri di Klune è aspettarsi l'inaspettato, che dà uno strano quanto inevitabile senso di vertigine, unico e pericoloso insieme. So che l'idea non sembra particolarmente allettante, e da sola basta a confondere o nel peggiore dei casi a immobilizzare — le vertigini provocano la perdita di equilibrio, disorientano, destabilizzano, privano di un sostegno fondamentale — ma, mi chiedo, se un libro non tende piccole insidie e non regala un'intensa esperienza sensoriale, se non capovolge e frantuma le illusioni e, talvolta, quando si è favoriti dalla sorte, anche le proprie certezze e i convincimenti, allora, perché leggerlo? In fondo, raccontiamo tutti delle storie, e le raccontiamo da sempre, sin da quando l'uomo esiste — per intrattenere o magari anche nel tentativo di capire qualcosa di noi e degli altri, di fare esperienza del mondo. Quindi, sì, le storie semplicemente sono storie. La prospettiva cambia però nel momento in cui il talento incontra la passione: soltanto un narratore vero e proprio può dare vita a un racconto in cui la creatività e la razionalità si combinano secondo logiche di pensiero sorprendenti. Insomma, per farla breve, soltanto TJ Klune, un autore dall'intelligenza tagliente e dall'immaginazione sfrenata, poteva creare a nostro beneficio un personaggio indimenticabile come Sanford "Sandy" Stewart. O meglio, un personaggio indimenticabile come 

[...] la più temibile creatura dell’intero Wild West, sua maestà la regina delle drag queen... Helena Handbasket!

Sandy/Helena e Darren Mayne. Li abbiamo conosciuti nel divertentissimo "Dimmi che è vero" (ne abbiamo parlato qui), primo volume della serie A prima vista; li abbiamo incontrati — almeno i più fortunati di noi — nell'intenso "L'arte di respirare", terzo volume della serie Bear, Otter, and the Kid, in Italia ormai ritirata dal commercio; e ora, finalmente, li ritroviamo su un palcoscenico tutto loro, uno spazio in cui si muovono danzando tra malizia e tenerezza. 

Sandy lavora, insieme al suo migliore amico barra fratello Paul Auster, nel reparto sinistri di una compagnia assicurativa. Passa il tempo in un cubiculo asfissiante occupandosi di reclami e richieste di risarcimento, conducendo, a detta sua, un'esistenza noiosa e insignificante. Sandy è dimesso, indulge nella timidezza e nell'introversione. Due volte a settimana però, ogni mercoledì e ogni sabato sera, Sanford Stewart smette i panni dell'impiegato mite e tranquillo e si trasforma in una regina o, per meglio dire, nella regina della notte Helena Handbasket. 
In drag Helena illumina la scena del Jack It con parrucche vistose e abiti sexy, con un trucco appariscente, con lustrini e paillettes, con il suo passo sensuale e ammaliante. Helena è forte e fa di tutto per apparire aggressiva, sicura di sé e dominante. Seduce, diverte ed è tutto quello che Sandy non è: coraggiosa, decisa, desiderabile e invincibile. E, naturalmente, prima e assoluta nemica di Darren Mayne, l'indiscusso re degli Homo pomp. 
Muscoli scolpiti, bello da togliere il fiato, sexy e con un ghigno arrogante e compiaciuto perennemente stampato sulla faccia, Darren è misterioso, forse anche un po' timido o poco avvezzo a parlare di sé e dei suoi sentimenti. E con un debole per i twinkie che fa imbestialire Sandy. Ed Helena. Letteralmente. 

Da sempre, Sandy/Helena e Darren si odiano di un odio incondizionato e viscerale che nasconde, in verità, una voragine d'amore inconfessato, una passione inconscia che spaventa e di cui è difficile accettare le ripercussioni. Tra i due quindi non è tutto limpidezza e sincerità — se ci si odia, deve pur esserci un motivo, no? Lo dimostrano i loro continui punzecchiamenti, le battute feroci e cariche di sarcasmo, le offese che strappano risate e infliggono frustrazione, e che altro non sono che anni e anni e anni di preliminari consumati dinanzi agli occhi di tutti. Insomma, a chiare lettere, si respira per quasi tutto il libro una tensione sessuale che sfrigola, che scorre come un fiume d'acqua tenebrosa e fa tremare le vene e i polsi, determinata dal mancato appagamento di quello stesso bisogno che, quasi per assurdo, contribuisce a fare di questo libro un gioiellino di perfezione. 
Oltre alle schermaglie verbali magistralmente orchestrate, ciò che resta però de "La drag queen e il re degli Homo pomp" è il modo in cui Sandy arriva alla verità. Tra equivoci, pedinamenti, menzogne surreali e al limite del ridicolo, tra cene strampalate, litigi infuocati, telefonate rivelatrici e scene madri, rimane quello che non è destinato a svanire: personaggi originali che procurano un vero godimento, dialoghi non soltanto brillanti e fuori dalle righe, ma anche mutevoli, densi di significato e di nuove prospettive, da cui ci si aspetta un determinato risultato puntualmente smentito però dalla battuta finale, che lascia divertiti oppure sgomenti, increduli ed emozionati poiché mira dritto al cuore del lettore. 
TJ Klune infatti si diverte a infierire sul protagonista, si accanisce su di lui quando non lo tratta con indulgenza, lo blandisce anche e infine lo mette con le spalle al muro. Sandy preferisce distogliere la mente dal suo reale problema, dalla precarietà della sua pace all'apparenza perfetta (sì, come no!); si nasconde dietro la sua maschera drag di donna artefatta perché ha paura di fidarsi, di inscenare ciò che non riesce neanche ad ammettere a se stesso e di percepirsi come invisibile. Sandy è, in modo reale, un uomo insicuro, vulnerabile e ferito a cui manca il coraggio di cambiare la propria storia. Così cambia aspetto, decide di manifestarsi mascherandosi e riesce quasi a essere se stesso, pur proteggendo con le unghie e con i denti quel confine di pelle su cui serpeggia una malinconia tormentata e che segna la propria fine e l'inizio di Helena Handbasket. 

Per questo motivo il secondo volume della serie A prima vista ha il potere di incantare ed emozionare: è un romanzo smaliziato e privo di senso del pudore, con tempi comici perfetti e con battute di tipo delirante; è dissacrante in un modo stranamente dolce e solenne, e racchiude un racconto surreale a cui non manca un pizzico di morbidezza e romanticismo, di commozione e struggimento. Perché se da un lato TJ Klune rivisita i cliché del romance più classico, lavorando sull'ambiguità, sulle contraddizioni e le incongruenze dei suoi personaggi — come una strabiliante drag queen rielabora stereotipi, codici ed elementi appartenenti all'universo femminile — dall'altro ci riempie di immagini e idee fantasiose, e ci ricorda che non possiamo nasconderci per sempre agli occhi della nostra famiglia di elezione. Ed è allora che ci conquista con i discorsi sconclusionati di Paul Auster e con l'ingenuità di Vince Taylor, con i modi burberi e diretti di Charlie — oh, Charlie! Spero in un lieto fine anche per te — e con le curiosità sessuali di Nana, senza dimenticare l'omofobia del pappagallo Johnny Depp, l'amore incondizionato di Matty e Larry, la bellezza e il sarcasmo difensivo di Corey/Kori e i timori di Darren, un uomo che dietro la propria apparente spocchiosità cela "una vita difficile e colma di sofferenza e dolore virile" — ah! cit. — e quel genere di imperfezione che, sì, forse appartiene a tutti. 
In buona sostanza, TJ Klune ferma il tempo con inciampi e digressioni, con un registro basso/bassissimo e con un sentimento d'amore infinito. E sebbene sappiamo come il libro andrà a finire, non possiamo davvero fare a meno di perderci tra le sue pagine, sporche e compromesse con la vita. 

Ora, i libri non hanno il potere di cambiare la storia o di provocare grandi mutamenti, ne sono più che convinta, ma di sicuro possono agire sul modo in cui interpretiamo la realtà e le trasformazioni del nostro tempo; e quando un autore utilizza un linguaggio inclusivo — in questo caso un linguaggio queer che rispecchia ciò che siamo e indica dove siamo arrivati e verso cosa siamo diretti — io sono una lettrice davvero, davvero contenta. Non credo che tutto sia stato scritto, e storie come quella di Sandy e Darren — leggera, divertente e a tratti ridicola ed esagerata — nel loro piccolo ne sono la prova quasi inconfutabile.
E quindi 5 stelle a tutti i folli personaggi di questo indimenticabile romanzo, 5 stelle alla CE Triskell Edizioni, 5 stelle alla traduttrice Claudia Milani e 5 favolose stelle a TJ Klune. Sanford "Sandy" Stewart/Helena Handbasket è un personaggio riuscitissimo che rimane impresso nella memoria e che, alla fine della lettura, mi ha lasciato con il desiderio di somigliargli/le un po', di essere simile a lui/lei, sì — e lo dico naturalmente sussurlando — una creatura meravigliosa, brillante, geniale e perfetta così com'è. 

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