Advertisement

Responsive Advertisement

Recensione: "Quando si posa la polvere" (Serie Tempo al tempo #3) di Mary Calmes

Titolo: Quando si posa la polvere 
Titolo originale: When the dust settles 
Serie: Tempo al tempo #3 
Autrice: Mary Calmes 
Traduzione: N.A.M. 
Editore: Dreamspinner Press 
Genere: Western 
Pagg.: 110 
Data di uscita: 11 luglio 2017 
Link per l'acquistoDreamspinner Press - Amazon

Sinossi 
Quando Glenn Holloway dichiara la propria omosessualità alla famiglia, la sua vita viene sconvolta. Per aggiungere al danno la beffa, se ne è andato via dal ranch in cui è nato e cresciuto per aprire il ristorante che ha sempre desiderato. Senza alcun aiuto da parte del padre e del fratello, e troppo orgoglioso per accettare una mano da chiunque altro, ha dovuto ricominciare da zero. Col tempo le cose hanno iniziato a funzionare: Glenn ha avviato un’attività di successo, si è costruito una nuova casa e ha creato una vita di cui essere orgoglioso. 
Nonostante i successi, però, il suo allontanamento dalla famiglia, gli Holloway, è ancora una ferita che non riesce a guarire. Rendere un favore si trasforma nel suo peggiore incubo. Per mantenere la parola data, infatti, Glenn ritorna alle sue radici, dove è costretto ad avere a che fare con il fratellastro Rand Holloway e si ritrova faccia a faccia con Mac Gentry, un uomo che lo affascina fin troppo. Tutto potrebbe finire in un disastro: sia i tenui legami familiari, sia quel desiderio che non sapeva di avere nel cuore. 

Recensione 
Già dalle prime pagine de "Quando si posa la polvere" di Mary Calmes, terzo libro della serie Tempo al tempo, edito da Dreamspinner Press, comprendiamo quanto sia grande il cuore di Glenn Holloway. Lo avevamo già intravisto nel libro precedente, quando quella scorza dura aveva iniziato a infrangersi nei confronti di Stefan Joss, durante il rodeo al quale Stefan era stato obbligato a partecipare per non perdere i diritti di proprietà della terra del suo compagno Rand, cugino e, come scopriamo nel secondo libro, fratellastro di Glenn.
La vicenda si sposta in avanti di due anni, con Glenn che ha realizzato il suo sogno, quello di aprire un ristorante, il Bronc, un successo acclamato anche dai media. Un sogno che, tuttavia, gli è costato il disprezzo del padre, che non ha accettato la sua volontà di rifiutare il ruolo di uomo da ranch, e una strada solitaria di accettazione della sua sessualità, senza più la paura di doversi nascondere e di non rivelare nulla di sé. Da allora si è allontanato da tutti: dal fratello Zach, dal cugino-fratellastro Rand e dal Red Diamond, ormai diventato quasi una cittadella autonoma, dimora di tutte le persone che ci lavorano e delle loro famiglie. Con il suo grande cuore e un altruismo fuori dal comune, Glenn ha trovato per sé una nuova famiglia, formata dagli uomini e dalle donne che lavorano nel suo ristorante, accogliendo nella sua attività e nella sua vita quelle persone alle quali ormai tutti hanno voltato le spalle: l’ex detenuto, il messicano accusato ingiustamente di furto, l'adolescente transgender che i genitori tentano di far guarire con la violenza e l’aiuto della preghiera. La famiglia che ha sempre desiderato, che ama e protegge, ricambiato, come faceva sua madre prima che la perdesse in giovane età, e con la quale può finalmente essere il vero Glenn. Non più droghe per essere forte e muscoloso come gli altri componenti della famiglia Holloway, non più rodei né ranch. Tuttavia, il dolore per non essere accettato, per essere considerato inutile e stupido, non lo ha mai abbandonato.
Per mantenere una promessa fatta a Stef, un debito contratto per avviare, grazie al suo aiuto, il suo ristorante, Glenn è costretto a passare un fine settimana con la sua vera famiglia e soprattutto a contatto con Maclain Gentry, il sovrintendente del Red Diamond.
Glenn è convinto che Mac lo odi, che veda in lui una persona inetta, così come lo vede la sua famiglia. E solo un bacio gli farà comprendere come questa impressione sia totalmente sbagliata.

Sospirò e scosse la testa. “Aspettare che tu capisca le cose è sfiancante.”
“Come?”
“Lascia che ti illumini,” disse con voce roca prima di avvicinarmi a sé, 
abbassare la testa, e baciarmi.

Non vedevo l’ora di leggere questo libro, sapendo che il protagonista sarebbe stato Glenn Holloway. Pur avendo amato la storia di Rand e Stef, confesso che Glenn aveva attirato, nei libri a loro dedicati, la mia attenzione. Leggevo i suoi tormenti, il suo dolore per essere tutto quello che non voleva, intuivo dal suo atteggiamento verso Stef il suo tentativo di nascondere un altro aspetto della sua verità e in questo libro ho scoperto un uomo meraviglioso, generoso e colmo di affetto da dare e ricevere. 
Il suo rapporto con i suoi ‘orfani della società’ è simile quello di un fratello, e sarà grazie a Mac — che lo aiuterà a svelarsi totalmente — che inizierà a vedersi con gli occhi degli Holloway, comprendendo l’errore commesso nel giudicare i loro atteggiamenti e sentendosi finalmente a casa.
Mac abbatterà tutte le barriere che gli impedivano una completa accettazione, meravigliato che questo uomo imponente dagli occhi grigi, che aveva attirato la sua attenzione fin dal loro primo incontro e che finora tutti pensavamo fosse etero, lo stesse aspettando e lo bramasse allo stesso modo da tempo, trovando con lui, alla fine, la serenità e l’amore da sempre desiderato.
"Quando si posa la polvere" è un libro che ci parla, attraverso Glenn, di coraggio, determinazione e accettazione. Ci parla di famiglie biologiche e famiglie che si creano, quando sembra che la speranza sia ormai fuori dalla nostra portata, dandoci la seconda possibilità che meritiamo.
Unica pecca di questo racconto perfetto è la sua brevità: una storia talmente bella che avrei voluto continuasse, con altri spaccati di vita di Glenn e Mac come coppia, rispondendo così alla mia curiosità di sapere come finirà la vicenda del Bronc. E speriamo che Mary accolga questa mia speranza, perché questa coppia è talmente bella da meritare, fuor di dubbio, un promettente "to be continued…". 

Posta un commento

2 Commenti

  1. non ho ancora letto - chiaramente - questo romanzo ma sto preparandomi rileggendo i precedenti.
    Confesso che io amo i romanzi "paccuti" e devo dire che alcuni degli ultimi romanzi mi sembrano a volte più delle sinossi che dei romanzi veri e propri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo che la lunghezza di un romanzo vada di pari pari alla sua bellezza e alle emozioni che riesce a trasmettere al lettore. Ci sono autori che in poche pagine riescono a toccarti fin nel profondo e questo vale per Mary che è una grande autrice su ogni lunghezza. Considero tuttavia che certe volte la lunghezza sia davvero qualcosa di eccessivo perché una sinossi e un centinaio di pagine basterebbero a rendere più leggibili libri che si dilungano inultimente e che ti portano a saltarne alcune o molte per arrivare finalmente alla parola fine.

      Elimina