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Recensione: "Smoky Mountain Dreams" di Leta Blake

Titolo: Smoky Mountain Dreams 
Titolo originale: Smoky Mountain Dreams 
Autrice: Leta Blake 
Trad.: Grazia Di Salvo 
Editore: Triskell Edizioni 
Genere: Contemporaneo 
Pagg.: 421 
Data di uscita: 4 settembre 2017 
Link per l'acquisto: Triskell - Amazon 

Sinossi 
A volte, per resistere, bisogna lasciarsi andare.


Dopo aver abbandonato la sua carriera come cantante country a Nashville, Christopher Ryder è felice di esibirsi al parco divertimenti Smoky Mountain Dreams nel Tennessee. Tuttavia, anche se sua nonna lo ama per quello che è, lui si sente dolorosamente invisibile per tutti gli altri. Anche quando è sul palco, Christopher è alla spasmodica ricerca di qualcuno che sappia vederlo per ciò che è davvero.


Jesse Birch è un bisessuale che non ha tempo per gli appuntamenti. Impegnato a crescere due figli e a combattere con la famiglia della loro madre, finita in coma in seguito a un tragico incidente stradale, non vuole altro che avventure di una notte. L’ultima cosa che desidera è innamorarsi del suo cantante locale preferito, ma quando Christopher entra nella sua oreficeria, nel cuore di Jesse inizia a risuonare una nuova melodia. 


Recensione 
Dopo Le stagioni dell'allenamento e Un fiume in piena, Triskell Edizioni ci dà la possibiltà di leggere un nuovo bellissimo libro di Leta Blake, un'autrice veramente talentuosa che, come poche, riesce a toccare con delicatezza e maestria tutte le corde del cuore.
Smokey Mountains Dreams è un libro complesso, in cui amore e morte, dolore e felicità si intersecano, un romanzo in cui non c’è una verità assoluta, un punto di vista univoco e corretto, ma tante sfumature, possibilità di vita diverse che si sovrappongono l’una sull’altra, creando quel complesso intreccio di esistenze che è la realtà. Perché è proprio di realtà che Leta Blake ci parla, di argomenti scottanti ed estremamente attuali, e non solo di omofobia e di famiglie che non riescono ad accettare gli orientamenti sessuali dei propri figli, ma anche di credo religioso e di eutanasia. Perciò, quello che nasce come un romanzo d’amore, in cui due persone si conoscono e si innamorano, diventa un libro su cui riflettere, perché forse dovremmo uscire dal nostro egoismo ed egocentrismo per cercare di aprire cuore e mente alla visione del mondo altrui e per provare empatia verso le altre persone. Sono proprio questi i sentimenti su cui si fonda la storia di Christopher e Jesse, due uomini che, con difficoltà, riescono a convivere con un passato molto ingombrante e a porre solide basi per un futuro insieme. 

Essere in grado di esprimere in una sola recensione tutto quello che l’autrice è riuscita a scrivere in questo libro non è semplice. Christopher e Jesse sono personaggi molto complessi, con esperienze di vita variegate e difficili, e intorno e tra di loro Leta ha inserito tante altre persone, tutte importanti per la storia principale, descritte in modo così preciso e particolareggiato che meriterebbero un approfondimento tutto loro: i suoceri e la sorella di Jesse, la famiglia di Christopher e la nonna, i suoi colleghi e, soprattutto, i figli di Jesse, Brigid e Will, che mi hanno veramente sciolto il cuore.

Christopher è un cantante country che, dopo una carriera fallimentare a Nashville, ritorna a casa dalla nonna materna e trova lavoro nel parco divertimenti Smoky Mountain Dreams, nel Tennessee, come cantante negli spettacoli proposti al pubblico. Il suo è un lavoro che gli piace: gli permette di vivere grazie alla musica che ama, anche se a tenergli compagnia c'è sempre il rimpianto di non essere riuscito a sfondare nel country come da sempre desiderato. Vive nella casa donatagli dalla nonna, che lo ha costantemente sostenuto a differenza della madre e del patrigno, che non hanno mai accettato la sua omosessualità. Durante la sua adolescenza, infatti, Chris ha subito maltrattamenti e vessazioni psicologiche da parte del patrigno, pastore di una comunità religiosa, e soprusi da parte dei bulli della scuola; è sempre stato additato come un abominio che vive lontano dalla grazia di Dio e ridicolizzato poiché considerato diverso. Ha imparato, per conservare se stesso e la propria integrità, a diventare invisibile, a non farsi sentire o vedere, per non essere costretto a partecipare alle preghiere, ad assistere ai discorsi religiosi dei genitori o a soffrire a causa dei cattivi scherzi dei compagni di scuola. Christopher è un uomo solo, soddisfatto, sì, della sua vita, ma che sente il bisogno straziante di dividerla con qualcun altro, per costruirsi quella famiglia che non ha mai avuto. Purtroppo, è anche convinto che non potrà mai ottenere così tanto, perché è sempre stato una seconda scelta per tutti. 
Jesse è l’orafo del paese, padre di due figli, Brigid e Will. A differenza di Christopher, ha avuto una bella famiglia, distrutta, però, da un incidente automobilistico che ha ridotto la moglie in un coma vegetativo che dura da cinque anni e che ha portato a una causa legale con la cognata, che vuole mantenere in vita la sorella a tutti i costi.
Chris e Jesse si incontrano e l’attrazione tra di loro è immediata. Cercano di dimenticare, uno tra le braccia dell’altro, le miserie delle loro vite, mentre si rendono conto che dentro di loro sta nascendo un sentimento importante. Ma se Jesse è pronto a superare il senso di colpa che lo accompagna senza sosta, chiedendosi se i suoi figli accetteranno la relazione del padre con un altro uomo, Christopher riuscirà a credere in se stesso e a lottare per quello che vuole? 

La narrazione del libro è, idealmente, divisa in due parti: nella prima Leta Blake descrive l’innamoramento, la scoperta della passione che scoppia tra i due uomini, mentre nella seconda riversa intensità e sofferenza, dal momento che vengono alla luce tutte le difficoltà dei protagonisti, soprattutto quelle di Jesse, e della lotta interiore per scendere a patti con il suo passato. 
Ho amato profondamente i figli di Jesse, ho sofferto con loro per la perdita della mamma e, soprattutto, per il tentativo di Brigid di affrontare, con i suoi mezzi di piccola dodicenne, la situazione, ovvero di elaborare il lutto e la sua paura di non ricordare più la madre. Ho apprezzato i genitori di Marcy che hanno praticamente adottato Jesse e lo hanno sostenuto dopo l’incidente della figlia e ora sono felici per il nuovo amore del genero, e ho odiato il bigottismo della madre di Christopher che, a causa della sua fragilità, ha rinnegato il figlio.
Leta Blake ha toccato, a mio parere con grande sensibilità e senza essere giudicante, il tema dell’eutanasia, raccontando, con intensità e profondità, sia il dolore e lo scoramento di Jesse, che vede ormai la moglie solamente come un guscio vuoto che non contiene più l’anima della donna che ha tanto amato, sia la tenacia e la speranza di una sorella che, nel bene e nel male, mette il benessere di Marcy nelle mani di Dio.  

Non mi resta che consigliare questo nuovo libro di Leta e sperare, insieme a Jesse e Christopher, che l’amore possa veramente curare tutte le ferite del cuore e dell’anima. 



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