Advertisement

Responsive Advertisement

Recensione: "Black Dog Blues" (Serie Kai Gracen #1) di Rhys Ford

Titolo: Black Dog Blues 
Titolo originale: Black dog blues 
Serie: Kai Gracen #1 
Autrice: Rhys Ford 
Trad.: Victor Millais 
Editore: Dreamspinner Press 
Genere: Fantasy 
Cover Artist: Anne Cain  
Pagg.: 259 
Data di uscita: 31 ottobre 2017 
Link per l'acquisto: Dreamspinner Press - Amazon 

Sinossi 
L’elfo reietto Kai Gracen è convinto di aver esaurito il suo karma positivo quando uno Stalker umano vince la partita di poker in cui Kai è stato messo in palio e lo prende con sé. In seguito alla violenta fusione tra la Terra e l’Underhill, la razza umana e quella elfica si ritrovano a vivere in un mondo caotico e infestato da mostri, e gli Stalker sono gli unici disposti ad accorrere quando all’orizzonte si profilano oscure minacce.

Anche se difficile, quella dello Stalker è una vita che Kai ama: buone ricompense, qualche amico e, soprattutto, è priva di altri elfi che possano ricordargli il suo passato. E poi uccidere i mostri è facile, specialmente perché anche lui è un mostro.

Quando un signore dei sidhe di nome Ryder arriva a San Diego, a Kai viene affidato un incarico per la nuova Corte dell’alba. Sulla carta si tratta di una semplice spedizione lungo la costa durante la stagione degli amori dei draghi, allo scopo di salvare una donna umana incinta in cerca di protezione. Facile, veloce e, cosa più importante, remunerativo. Tuttavia Kai si trova invischiato in una faida familiare all’ultimo sangue dalla quale non ha alcuna speranza di sottrarsi. 

Nessuno si è mai arricchito facendo lo Stalker. Anzi, pochi di loro arrivano alla vecchiaia, e sembra che Kai non farà eccezione. 

Recensione 
"Let me tell you, mama
what that black dog done... done to me."
(Black Dog Blues di Blind Blake, 1926 - 1927)

Psichedelico, avventuroso, sensuale, intriso di magia, durezza e irrealtà, Black Dog Blues è un prezioso gioiellino del genere Urban Fantasy e, soprattutto, del genere Urban Fantasy con personaggi Lgbt. Il primo volume della serie Kai Gracen di Rhys Ford, edito da Dreamspinner Press, è un libro dalla carica interna molto potente, la cui energia mi ha disorientata, appassionata e convinta. In buona sostanza, è stata per me una lettura entusiasmante, un tuffo nel mondo dell'intuizione e dell'inconscio, ricco di immagini che non annoiano né stancano. Rhys, infatti, attinge a piene mani dai miti presenti in numerose culture, i cui racconti, appartenenti alla sfera della creatività, presentano le forme più varie e sono dotate di un forte senso di imprevedibilità, di contenuti affascinanti e di personaggi sorprendenti. In tal modo, questo diventa o, meglio, è il libro manifesto del suo pensiero, una dichiarazione d'amore alla dimensione spirituale e misteriosa dell'universo, di cui ciascuno di noi è parte, un collegamento umano profondo e una visione collettiva della realtà che dà alla vita un significato di più ampio respiro. Mantenendo fede alle caratteristiche tipiche del sottogenere del fantasy, l'autrice lega l'elemento fantastico a un'ambientazione urbana in un mondo reale aperto. Ci ritroviamo, così, a metà degli avvenimenti, in una California sconvolta e spaventosa, teatro di distruzione e catastrofe, figlia di una guerra tra esseri umani ed elfi conclusasi con una fusione e una pace in equilibrio precario. 

Kai è un elfo che vive tra gli umani, rinnegando ogni giorno, con tutte le sue forze e capacità, la propria natura. È stato cresciuto da Dempsey, umano anche lui, da cui ha appreso il lavoro di Stalker; per questo motivo va in giro per il paese a cacciare creature sovrannaturali paurose e mortifere, consegnando le loro pelli al governo con lo scopo di ricavarne denaro. La sua è un'esistenza che viaggia sui binari della violenza e dell'introversione, in cui non c'è spazio per la pietà o la tenerezza né per qualsiasi altro sentimento di vicinanza al dolore altrui. Salvo qualche rara eccezione. Kai, in definitiva, può soltanto lottare per la sopravvivenza in una realtà impregnata di intolleranza, disprezzo e pregiudizio. Almeno fino a quando non incontra Ryder.
Ryder è un elfo atipico e dai nobili ideali. Consapevole che la situazione apocalittica post fusione sta inesorabilmente peggiorando, vuole ristabilire l'armonia tra gli umani, che cercano di non soccombere, e le diverse razze elfiche, ormai sulla via dell'estinzione. Per riuscire nell'impresa, però, ha bisogno di aiuto e, nello specifico, dello Stalker migliore su piazza o, ancora, per amor di precisione, dell'unico Stalker migliore su piazza elfo. Il loro incontro diventa per Kai un appello, un invito ad affrontare disavventure, pericoli e difficoltà che lo spingeranno a misurarsi con il suo più grande avversario, con una parte di sé profondamente oscura che, in realtà, lo sta divorando. Intorno a loro mostri e personaggi inquietanti e malvagi tirano le fila del destino, trascinando Kai e Ryder sull'orlo del baratro, mentre tra i due elfi si instaura un rapporto di diffidenza, angoscia e provocazione. 

Black Dog Blues è, fuor di dubbio, Kai Gracen. E Kai è un personaggio straordinario e incisivo. Sarcastico, irriverente, audace, sprezzante delle regole e del pericolo, è come una lacerazione, un'irruzione nella realtà che inquieta e porta alla luce tutto ciò che di sinistro e di inaccettabile vive nell'oscurità dell'avventura. Grazie al suo punto di vista, fisso e costante, Rhys Ford riesce a tenere il lettore incollato alle pagine, in uno stato di dubbio e indecisione. Così, man mano che la storia procede e la trama si infittisce, seguiamo il protagonista raccogliendo informazioni e ricostruendo il mondo della narrazione attraverso situazioni e verità svelate, confuse e contraddittorie. In questo modo, se da un lato l'autrice determina uno stato di forte tensione narrativa, dall'altro si rimane in attesa di sapere, di scoprire ciò che si nasconde dietro il sovrannaturale, di percepire il reale in una suspense che, davvero, toglie il fiato. Kai, in aggiunta, ha anche una grande dote: utilizza l'ironia nel più classico dei modi possibili, presentando gli avvenimenti e i personaggi con un tono apparentemente distaccato, con l'intento, riuscitissimo, di sottolineare e smascherare le loro incongruenze, lo scarto e le discrepanze fra ciò che sono e quello che appaiono essere. Ryder diventa, all'interno di questa cornice, il catalizzatore del suo oscuro viaggio, messaggero e guardiano, colui che dà vita al conflitto mentre rianima un personaggio originalissimo, un antieroe solitario, indesiderato, ferito e dilaniato come la terra in cui vive, una creatura dai sentimenti repressi, il cui potere è tutto da scoprire.
Ma Black Dog Blues è anche seducente, fisico, malinconico, un'esplosione magnetica di immagini e descrizioni ed è un libro ricco di infinite suggestioni: in Kai e nella sua storia convergono luci e ombre, bellezza e mostruosità, impeto e dolcezza. E sebbene il suo rapporto con Ryder sia caratterizzato da sospetto e sfiducia, la dinamica delle loro interazioni vibra di attrazione, vaga ed eterea, e di un'esuberanza implacabile, intensa e ammaliante.
Ma la storia di Kai Gracen è, soprattutto, blues. Blues è la sua condizione di emarginato, tra sopravvivenza e solitudine; blues è il suo sguardo sul mondo distrutto e mutilato che lo circonda; blues è la sua voce sofferta che cerca di contenere aggressività e arrendevolezza; blues è il suo lacerante dolore ancorato al disprezzo e alla negazione. E blues è il cane nero che lo insegue e lo irretisce, e a cui non può fare a meno di tornare, un mostro beffardo, violento e funesto, simbolo dell'eterna lotta tra il bene e il male, presagio di morte e di sventure. 

Non c'è romanticismo in Black Dog Blues, così come non c'è sesso, ma c'è un worldbuilding solido, popolato da personaggi principali e secondari convincenti e graffianti, e ci sono slancio e passione, caos e armonia, e musica. Tanta musica. Per questo motivo le parole risuonano di una melodia ipnotica e irresistibile, e sembra quasi che cantino, come il sangue di Kai quando è vicino a Ryder: 
Tutto quello che avevo sentito dire sul fremito dei sidhe quando si incontravano, sul canto del sangue della nostra razza e sul bruciante desiderio di toccarci era vero. Lui mi provocava un tremore e un desiderio maggiori di quelli che mi provocava Dalia. Maggiori di quelli che qualsiasi prostituta mi avesse mai provocato. Volevo strisciare nella sua bocca, lungo il suo corpo, e persino sotto la sua pelle
Quindi, grazie a Rhys Ford, grazie a Dreamspinner Press, grazie a Victor Millais per l'ottima traduzione e grazie di cuore a Kai Gracen, alla sua lingua lunga e al suo magico sex appeal.
P.s.: 5 brigth and elfin Kai Gracen stars! ;)

Posta un commento

0 Commenti