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Recensione: "Il Canto di Oestend" (Serie Oestend #1) di Marie Sexton

Titolo: Il Canto di Oestend 
Titolo originale: Song of Oestend 
Serie: Oestend #1 
Autrice: Marie Sexton 
Traduzione: Rita Demaria 
Editore: Triskell Edizioni 
Genere: Fantasy/Paranormal/Bdsm 
Pagg.: 343 
Data di uscita: 31 maggio 2017 
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Sinossi 
I simboli hanno potere... 
Aren Montrell ha sentito parlare degli spettri di Oestend: misteriose creature che sbucano di notte e uccidono chiunque si trovi all’aperto. Non ha mai avuto ragione di credere alle storie, ma dopo aver accettato un posto come contabile al BarChi, un polveroso ranch nella remota prateria di Oestend, Aren impara presto quanto gli spettri siano reali. Di colpo, si ritrova a vivere in una presunta casa infestata, sigilli e generatori sono le sue uniche protezioni contro le creature invisibili della notte. Come se non bastasse, deve fare i conti con una burbera, vecchia signora cieca, “mucche” mai viste prima, oltre al fatto di essere apparentemente diventato lo scapolo più desiderato dei dintorni. 
Aren diventa anche l’unico confidente di Deacon, il nerboruto capomastro del BarChi. Deacon dirige il ranch con il pugno di ferro, ed è felice di avere finalmente qualcuno con cui parlare. Mentre la loro relazione si fa sempre più stretta, Aren scopre che c’è molto di più in Deacon e nel BarChi di quanto osasse sospettare. Deacon sembra determinato a negare sia le sue origini sia ogni diritto sul BarChi, ma se Aren vuole sopravvivere ai pericoli di Oestend, dovrà convincere il cowboy a smettere di fuggire dal suo passato e a reclamare finalmente ciò che gli spetta. 

Best Gay Fantasy ai Rainbow Awards 2011
Best Character Development ai Rainbow Awards 2011
Menzione d'onore per Best Gay Novel ai Rainbow Awards 2011
Finalista nella categoria Paranormal/Fantasy a CRW Award of Excellence 2012 

Recensione
Oestend è un’immensa prateria appartenuta, un tempo, ai nativi Ainuai, sterminati dai coloni, portatori di civiltà, che ora la abitano.
A Oestend si trasferisce Aren Montrell, abbandonando la sua città, Lanstead, e lasciandosi alle spalle una famiglia che lo ha rinnegato e cacciato per il suo orientamento sessuale; un collegio dove è stato oggetto di scherno da parte degli altri studenti, e un professore universitario con il quale ha avuto una relazione durata quattro anni e che lo ha sempre trattato come un oggetto sessuale da donare anche agli amici. La civiltà, appunto.
Aren accetta il lavoro di contabile presso il ranch BarChi, sperando così di iniziare anche una nuova vita.
Le leggende narrano di una terra infestata dagli spettri e, ben presto, le leggende diventano, anche per lui, realtà. Perché gli spettri escono di notte e uccidono gli esseri umani, rubando loro il respiro. 
Al calar delle tenebre, infatti, nessuno esce di casa, si è protetti dai simboli sugli edifici e dai generatori che, con il loro rumore, non permettono agli spettri di avvicinarsi.
In poco tempo, Aren si adatta alla sua nuova vita, al lavoro, alle difficoltà di vivere e, a volte, di sopravvivere in un mondo privo di comodità e, talvolta, anche ostile. Ci sono gli aiutanti dei quali deve guadagnarsi il rispetto e la fiducia; ci sono gli spettri dei quali farà subito conoscenza, e ci sono le figlie dei proprietari degli altri ranch, in età da marito, che si propongono e gli si gettano letteralmente addosso, pregandolo di sposarle, terrorizzandolo più degli spettri. E poi c’è Deacon.
Deacon, il capo degli aiutanti, l’uomo che ha in mano le redini del ranch più del proprietario. Deacon, ricercato dalle donne ma che, a poco a poco, entra nella vita di Aren, in cerca di un amico e di qualcuno con cui finalmente parlare. Deacon, che è la personificazione della forza e al tempo stesso un’anima pura. Deacon, che domina con il suo controllo la vita del ranch ma che, segretamente, ha bisogno di essere dominato per fuggire da tutte le responsabilità che la vita gli impone quotidianamente. 
Grazie alla loro relazione, che da amicizia si trasforma in un legame più profondo, Aren, lasciandosi il passato alle spalle, per la prima volta, avrà il controllo sulla sua vita e anche su quella di Deacon. 


Ancora una volta, Marie Sexton ci regala una storia incredibile e perfetta. Qualunque sia il genere nel quale si cimenta, riesce sempre a creare un gioiello che ci racconta qualcosa in più, travalicando i confini dell'ordinarietà con un'abilità e una capacità narrativa che non tutti possiedono.
Il rapporto tra Aren e Deacon è originale e riuscito, e le loro personalità si completano e si integrano, si donano e prendono, sfidando anche la morte e vincendo su di essa. E anche quando questo rapporto si arricchisce di un terzo elemento, il giovane Frances che sarà uno dei protagonisti del secondo libro, ci rendiamo conto di quanto questo episodio sia necessario per arrivare a comprendere la sintonia e l’amore che lega questi due uomini.
Tuttavia, "Il canto di Oestend" è anche il libro di un popolo che non esiste più, di cui Olsa, la cuoca, la guaritrice, la donna degli spiriti, è l’ultima discendente. Forse. Un popolo che, per vendicarsi, ritorna a tormentare chi gli ha sottratto la terra e la vita; spettri, appunto, che non hanno trovato la pace dopo la morte e che pretendono la vita di chi è rimasto, dei coloni arrivati per diffondere la civiltà.
Sarà Olsa a insegnare a Deacon, che non ha mai creduto ai canti e al loro potere, il modo di combatterli, ritrovando la fiducia e il posto che gli spetta in quella terra che gli appartiene e alla quale lui appartiene. Il posto che diventerà per Aren la casa che non ha mai avuto.
Consiglio vivamente di leggere questo libro ben tradotto che ci parla di lotta per la sopravvivenza e di magia, in un mondo ai confini della civiltà dove l’amore è in grado di vincere su tutto, anche sugli spettri che escono quando calano le tenebre e che albergano in noi. 

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