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I libri del 2018 che abbiamo amato di più!


Eccoci con i romanzi e le serie del 2018 che abbiamo amato di più. Per i loro personaggi vibranti, le grandi storie ricche di speranza, di conquiste faticose e amori indimenticabili. 

Ringraziamo di cuore le case editrici Dreamspinner Press e Triskell Edizioni, tutti i traduttori e gli addetti ai lavori che ci hanno regalato un anno di letture davvero magico e intenso. 
Un ringraziamento speciale va anche ai nostri lettori e, come sempre, buon viaggio tra le parole! 

Incipit 
Aaron George si raddrizzò il colletto dell’uniforme. Controllò il proprio riflesso nello specchietto retrovisore e si sistemò i capelli biondi, un po’ tendenti al grigio. Si sentì subito uno sciocco. Aveva quarantotto anni suonati, per l’amor del cielo. Ma Larx stava di nuovo correndo lungo Cambrian Way e, grazie al sole cocente del pomeriggio, si era tolto la maglietta. Aaron doveva fare qualcosa al riguardo. 
Recensione di Barbara: qui 



Incipit 
La fame non faceva male.

Anzi, un po’ sì. Aveva i crampi allo stomaco. Di tanto in tanto gli sembrava che gli girasse la testa. Le sue mani tremavano, appena. Ma andava bene, quello non era un gran problema. Più di tutto la fame gli dava sicurezza, forza. Potere. Kevin sentiva di avere potere. 
Recensione di Sunflower: qui



Incipit 
Fu solo al terzo tempo della partita tra i Sea Storm di Jacksonville e i loro acerrimi nemici, i Renegades di Savannah, che Lane Courtnall ideò un piano che gli avrebbe permesso di non essere più odiato dai suoi compagni di squadra.

Forse piano non era esattamente il termine giusto, dato che sottintendeva molta premeditazione; quello di Lane rientrava più che altro tra le decisioni impulsive, cioè all’estremo opposto. Specie quando la suddetta decisione impulsiva coinvolgeva il rissoso enforcer dei Renegades, Jared Shore, la cui fama era tale che si diceva mangiasse bambini a colazione. 
Recensione di Barbara: qui


Incipit 
«Senta, vengo adesso dal lavoro, ed è stata una lunga giornata. Non ho avuto il tempo di infilarmi un collare con le punte né una maglietta trasparente, né qualsiasi altra cosa riteniate necessaria per accedere al vostro paradiso di sana, sicura e consenziente depravazione.»
Ed eccomi lì, a fare la figura del coglione di fronte all’ingresso del Pervocracy, il club che avrebbe dovuto rappresentare una novità, e ovviamente non lo sarebbe stato.
Ma tutto quel che avevo detto era vero. Era stata sul serio una lunga giornata. E avevo sempre odiato i codici d’abbigliamento. Era come se la scena BDSM seguisse i cliché di una fiaba per bambini: un povero in abito da sera era una principessa. Un lupo con la cuffia da notte, una nonna. Uno sfigato in pantaloni di pelle, un Dom. 
Recensione di Daphne: qui 

Incipit 
Il pugno si avvicina al rallentatore, come in un assurdo cartone animato, si schianta contro la mia mascella e mi scaglia di lato. Colpisco il bidone della spazzatura con la testa e, qualche secondo più tardi, lo sperma del tizio biondo mi schizza sul collo e sgocciola sull’acciottolato del vicolo. I suoi stivali schiacciano cicche di sigaretta, preservativi e uno strato di foglie fangose mentre si dirige a grandi passi verso la porta sul retro del pub, imprecando. 

Non mi era sembrato il tipo da colpire così forte quando l’ho scelto. Mi era parso più minuto al bar; una volta usciti, però, mi sono reso conto che è più o meno della mia altezza: un metro e ottanta o giù di lì. È stata la camicia con motivo cachemire a imbrogliarmi. Tutti quei ghirigori lo facevano sembrare un pappamolle. Devo avergli strappato un bottone o due quando l’ho costretto sulle ginocchia di fronte a me, ma non mi è sembrato dispiaciuto. Non mi è parso dispiaciuto nemmeno quando mi sono spinto nella sua gola, fissando un punto oltre i suoi capelli chiari, sul muro scuro dietro di lui, cercando di fingere di essere da qualche altra parte… di essere qualcun altro. Gli è dispiaciuto essere spinto via quando mi ha chiesto di ricambiare il favore, però, e gli è decisamente dispiaciuto quando gli ho detto di non essere frocio. 

Mi pulsa la mascella e il fiato mi ritorna finalmente nei polmoni senza sforzo. Ma non durerà. Non dura mai. 
Recensione di Cinzia: qui 

Incipit 
Torino è una città di vetro a fine inverno, quando l’aria si fa così trasparente da bruciare gli occhi e i profili delle montagne disegnano punte di cristallo sopra i tetti dei palazzi. 
Infilando le chiavi nella serratura del portone di casa, Bruno pensa alla foschia umida dell’Appennino: a nord perfino le nuvole sono diverse, più nitide e affilate. Più eleganti. 
Quando si è trasferito in Piemonte, dieci anni prima, ne è rimasto talmente affascinato che per qualche settimana non ha fotografato che cielo e nebbia. 
Adesso perfino il vento lo innervosisce, perfino la sciarpa che si incastra nel battente della porta. Come al solito.

«Fanculo,» dice lui. 

Con quel battente ha sempre avuto un rapporto decisamente burrascoso: il giorno del trasloco era scivolato sui gradini, andando a sbattere la tempia contro il naso di ferro del serpente, e quell’incidente era stata una dichiarazione di guerra in piena regola. Alberto si era precipitato a soccorrerlo, la ferita era risultata superficiale. Ma, da quel momento, fra lui e il rettile la battaglia è proseguita senza esclusione di colpi: Bruno gli riserva occhiate al vetriolo, ogni volta che esce o entra in casa, mentre la bestiaccia, da parte sua, azzanna regolarmente ogni abito che lui indossa, estivo o invernale. Sportivo o elegante. Senza discriminazioni.
Recensione di Daphne: qui 

Incipit
Patch prese il portatile e lo bloccò sul ripiano reclinabile per aiutarlo a sopravvivere alla caduta. Un attimo dopo, l’aeroplano tornò a raddrizzarsi fra mille vibrazioni.

Aveva lo stomaco che si rimestava e il viso pregno di sudore freddo. O avevano attraversato una bolla d’aria, o il Texas stava di nuovo provando a farlo fuori.

La ragazza seduta vicino al finestrino, che doveva avere al massimo sedici anni ed era verde in faccia da quando erano iniziate le turbolenze, si schiaffò una mano sulla bocca ed emise un gemito. Prima della partenza gli aveva rivolto qualche parola timida, chiedendogli consigli di musica e poi un selfie, dopo che l’aveva riconosciuto, quindi si era bevuta una Monster Energy e s’era addormentata. Di solito Patch scansava le conversazioni quando era in volo, ma lei gli era sembrata così smarrita. Ora gli sembrava sul punto di vomitare l’anima.

L’autunno era tempo di uragani, ma era salito su quel volo per arrivare in tempo al funerale dei genitori. Probabilmente c’era un temporale appena fuori Houston. L’aereo continuava a sobbalzare e stabilizzarsi, sobbalzare e stabilizzarsi.

Artigliò il bracciolo e lanciò un’occhiataccia al soffitto, la nausea che lo assaliva. Non ti azzardare. Fingeva di parlare con Dio, ma più probabilmente parlava ai genitori morti o al santo protettore dei gay, sfidando l’universo intero.

Si rifiutava di dare a Tucker Biggs la soddisfazione di vederlo crepare in viaggio. 
Recensione di Daphne: qui

Incipit 
Dopo aver fatto l’amore, reagivano in modi diametralmente opposti.
Cole, pochi minuti dopo essere venuto, si addormentava russando con la bocca aperta, del tutto rilassato. Un bambino che aveva appena finito di mangiare. Rory rimaneva a guardarlo, seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto. Nonostante la saliva che gli colava da un angolo della bocca– o forse proprio per quello –, si sentiva attraversare da un’ondata di calore mentre lo osservava, domandandosi come avesse potuto essere così fortunato. Anche se aveva qualche anno meno di lui, era un nerd con gli occhiali. Non che fosse brutto; però passava praticamente inosservato in mezzo alla gente. Com’era riuscito a catturare un ragazzo come Cole, con il suo perfetto fisico da corridore, i capelli mossi color castano scuro, e la perenne ombra di barba che accentuava più che nascondere le linee aguzze del viso e del mento? Rory ridacchiò nel buio quando Cole si lasciò sfuggire un grugnito, così forte da fare quasi tremare il vetro della finestra nella loro camera da letto.
Faceva sempre così: preda della frenesia fino a quando non veniva, poi crollava di colpo, come se fosse stato drogato.
Rory, al contrario, si sentiva sempre pieno di energie, rinvigorito, vivo, pronto a saltare giù dal letto e andare a correre per due o tre chilometri. O preparare il pranzo. O scrivere il grande romanzo americano. O catalogare la sua collezione di libri prima in ordine alfabetico, poi per genere.
Recensione di Cinzia: qui

Incipit
Il fantasma dell’ascensore era tornato.

Era un teenager musone, con un covone di capelli scuri che cadeva su occhi altrettanto neri. Se c’era uno spazio sulla sua faccia senza un piercing, be’, non lo trovavo: li portava su sopracciglia e bocca, aveva i lobi allargati e una barretta stranamente di buon gusto al naso. La pelle liscia era di un pallore cadaverico e con ogni probabilità lo era stata anche in vita. Intuivo il suo umore dalle braccia conserte e il labbro inferiore imbronciato. Era scocciato. Non ne ero sorpreso. Era sempre scocciato.

“Non di nuovo,” sussurrai.

Sentii il cambiamento della temperatura ancora prima di mettere piede nella cabina. Un freddo da far cadere la coda ai cani. Salii e mi girai per guardare in avanti con un’espressione cupa. Cercai di sopprimere i brividi mentre spingevo il bottone rotondo per il quinto piano, quello della BAU, Behavioral Analysis Unit, l’unità di analisi comportamentale. Espirai piano e il fiato si addensò in una piccola nuvola per poi dissiparsi come fumo di sigaretta.

“Eddai, Christiansen. Mi parlerai prima o poi!”

Non se posso evitarlo.
Recensione di Daphne: qui

Incipit 
La maschera di Gesù scricchiolò, infrangendosi sulla moquette sotto il loro peso. Isaiah a malapena registrò il rumore o il conficcarsi della plastica rotta nella pelle. L’unica cosa che contava erano gli occhi azzurri che lo fissavano a pochi centimetri dal suo viso. Non aveva mai visto quello sguardo, prima: scuro, fervido. Un po’ spaventoso.
Più di un po’.
Sapeva cosa significava, però. Stava per ricevere il suo primo bacio. Da un ragazzo.
E non un ragazzo qualsiasi. RJ Martin. Un anno più grande. Si faceva già persino la barba.
RJ stava cominciando a sembrare un uomo. Quando Isaiah si guardava allo specchio, vedeva solo un volto infantile piazzato su un corpo alto e ossuto.
RJ non era ossuto. Aveva un’aria forte. Quasi potesse avere già i muscoli.
Recensione di Sunflower: qui

MIGLIOR SERIE CONCLUSA 

Storico/Fantastico/Letteratura Lgbt

Incipit
«Ci è giunta voce che il vostro principe possieda un proprio harem,» disse dama Jocasta. «Gli schiavi che vedete davanti a voi sono, da soli, sufficienti a soddisfare un padrone tradizionalista, ma ho chiesto ad Adrastus di aggiungere qualcosa di speciale, un regalo personale da parte del re. Una gemma grezza, se così vogliamo dire.»
«Sua Maestà si è già mostrato infinitamente generoso,» rispose il consigliere Guion, ambasciatore di Vere.
Stavano avanzando lungo la galleria panoramica. Guion si era appena gustato un pranzo a base di deliziose carni speziate avvolte in foglie di vite, mentre schiavi solleciti muniti di ventagli proteggevano la sua figura reclinata dalla calura del mezzogiorno, e ora si sentiva generosamente bendisposto a riconoscere che anche quella nazione barbara aveva i suoi pregi. Il cibo era poco raffinato, ma nulla si poteva eccepire sugli schiavi: irreprensibilmente obbedienti, erano addestrati a passare inosservati e ad anticipare i desideri del padrone. Tutto il contrario dei capricciosi prediletti che popolavano la corte di Vere.
Recensioni di Daphne: qui - qui

Contemporaneo 

Incipit 
Prologo o Dove Bear si bagna i piedi 

ECCO come è finito il mio mondo.

Osservate:

Bear,

So che sarà dura per te, ma spero capirai.

Devo andarmene, Bear. Tom ha avuto un lavoro fuori dallo stato e me ne vado con lui. Sto facendo così perché penso che è meglio per tutti noi leggerlo invece che dirlo.
Per me è un’occasione di fare qualcosa per me stessa. Tom dice che ci sono un sacco di lavori dove stiamo andando e che sarà meglio di qui a Seafare. Ti ricordi il mio ultimo lavoro, quello a Pizza Shack? Ti ricordi come è andato bene? Nel caso tu non lo riesca a capire visto che questa è solo una lettera, ero sarcastica. Non è andato bene per nulla. (Almeno sappiano che il mio futuro non è nella pizza!)
So che non ti è mai piaciuto Tom, ma mi tratta bene. Non ti devi preoccupare di lui e di me, staremo bene. Beh, so che di certo non ti preoccuperai per lui, ma fa lo stesso. È rimasto con me molto più a lungo di tuo padre e non farmi parlare del padre di Ty. Almeno Tom non mi ha ancora picchiato o che. Ha anche detto che quando avrò guadagnato abbastanza soldi mi lascerà prendere una di quelle lauree online dell’Università di Phoenix Arizona, o com’è che si chiama. Immaginati me con una laurea universitaria!

A proposito, spero che hai l’opportunità di diventare uno scrittore come ti piacerebbe. So che questo incasina i tuoi piani di andare a scuola il prossimo anno, ma a cosa ti servirebbe? Hai inventato storie fin da quando eri bambino quindi non è che ti potrebbero insegnare qualcos’altro, no? Ma quella cosa della borsa di studio sarà sempre lì, vero? Non è che non la puoi più prendere. Solo che non può essere adesso xkè ho bisogno che tu faccia qualcosa per me. 
Recensione di Sunflower: qui 

MIGLIOR SERIE IN CORSO

Mystery/Suspense 

Incipit 
Mentre crescevo, credevo innocentemente che le nonne fossero per lo più allegre signore dal viso tondeggiante, che rifornivano i nipoti di biscotti e soldini quando i genitori erano distratti. Purtroppo, pur avendo raggiunto l’età adulta con la maggior parte delle mie illusioni distrutte dalla realtà, sembrava che fossi rimasto aggrappato a quell’ingenuo mito di nonne e biscotti.

Il che probabilmente spiegava perché stavo correndo lungo un giardino fin troppo curato sul retro di una casa, con colpi di fucile che risuonavano alle mie spalle.

Avrebbe dovuto essere un lavoro facile. Quando il signor Brinkerhoff, un anziano dall’aspetto gradevole, era entrato nel mio ufficio per propormi un caso, avevo accettato, pensando che sarebbe stato un gioco da ragazzi. Diavolo, gli avevo anche fatto lo sconto perché credevo che sarebbe stata un incarico semplice: seguire per una sera sua moglie, una nonnina casa e chiesa, mentre gironzolava per la città. Lui sospettava che lo stesse tradendo ma, in fondo al cuore, non ci credeva. Non la sua Adele.

L’amore spinge gli uomini a fare cose stupide. Io questo non lo stavo certo facendo per amore. E non mi aveva dato abbastanza soldi perché rischiassi la vita. Io e il signor Brinkerhoff avremmo fatto un bel discorsetto quando fossi tornato all’ufficio. Sempre che, ovviamente, riuscissi a tornarci vivo.
Recensione di Barbara: qui 

Paranormal/Horror/Fantasy, Storico, Investigativo 

Incipit 
Ero in ritardo per l’appuntamento con il morto.
Purtroppo, anche se l’uomo in questione era deceduto in Egitto da circa quattromila anni, aveva ancora dei rappresentanti in vita. Vale a dire il dottor Hart, direttore del Nathaniel R. Ladysmith Museum, che non avrebbe visto di buon occhio il mio ritardo alla riunione del personale.
Corsi lungo Merry Cat Lane fino all’omnibus in attesa, le braccia cariche di libri e appunti sparsi. La sera prima avevo dimenticato di caricare la sveglia, così preso dalle traduzioni dei geroglifici che mi ero assopito sulla poltrona. Ora stavo correndo al lavoro con addosso un completo spiegazzato; mi ero rasato in fretta le guance e non avevo nemmeno bevuto un caffè o fatto colazione.
Un gruppo di commessi salì sull’omnibus. Cercai di montare dopo di loro, ma il conducente mi fermò. «Mi dispiace, è pieno.»
«Ma…»
Il cocchiere fece schioccare la frusta e la carrozza partì, sollevando schizzi di fanghiglia mezza sciolta dalla strada, che finirono dritti sui miei pantaloni.
Soffocai un’imprecazione e mi sistemai meglio tra le braccia gli appunti e i libri. Molto bene. Mi sarei goduto una piacevole e veloce passeggiata per la città, trascinandomi dietro più di dieci chili di carta. Con addosso un paio di scarpe ormai zuppe di fango. Come iniziare bene una nuova settimana di lavoro.
Recensione di Barbara: qui

Vogliamo ricordare la bravura e il talento di Ethan Day, a cui va la nostra menzione d'onore, il nostro affetto e la promessa di non dimenticarlo mai. 

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Il nostro tributo: qui

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