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Recensione: "Consegna notturna" (Serie Pinx Video Mystery #1) di Marshall Thornton

Titolo: Consegna notturna
Titolo originale: Night Drop
Serie: Pinx Video Mystery #1
Autore: Marshall Thornton
Trad.: Lucia Bandini
Editore: Triskell Edizioni 
Genere: Mystery 
Pagg.: 207
Prezzo ebook: € 3,99 
Prezzo cartaceo: € 12,00
Data di uscita: 4 giugno 2020
Link per l'acquisto: Triskell - Amazon

Sinossi 
È il 1992 e Los Angeles brucia. Noah Valentine, il proprietario del videonoleggio Pinx Video a Silver Lake, nota che gli incendi hanno danneggiato in modo grave il negozio di apparecchi fotografici del suo vicino, Guy Peterson.
Dopo la fine della rivolta di Los Angeles, Noah decide di fermarsi a casa di Guy per ritirare delle videocassette che l’altro non ha ancora restituito, ma trova la famiglia dell’uomo che si sta spartendo i suoi averi. Guy è davvero morto nell’incendio del negozio? Noah e i suoi vicini del piano di sotto sospettano che a Guy Peterson possa essere successo qualcos’altro. Qualcosa di veramente sinistro. 

Nel 2018 il romanzo ha vinto il Lambda Award nella categoria Gay Mystery

Recensione 
"Can't walk the streets
To them we are fair game
Our lives don't mean a thing"
(Like a King, Ben Harper)

Il primo volume della serie Pinx Video Mystery di Marshall Thornton è un libro bellissimo. Di una bellezza intensa e sorprendente. E lo dico con un certo stupore, sì, perché mi sarei aspettata di tutto ma non un romanzo capace di scavarmi un buco nel cuore — un solco profondo che l'autore ha tracciato con uno stile asciutto e compassionevole e un personaggio principale indimenticabile. 

Ora, non sapevo nulla di Thornton. Ignoravo che avesse vinto due edizioni dei Lambda Literary Awards nella categoria Gay Mystery e che fosse arrivato finalista nella categoria Best Gay Romance con la commedia romantica "Femme". Il nostro è stato quindi un appuntamento al buio; e benché fosse stato grossomodo combinato — ero infatti curiosa di scoprire se sarebbe stato un successo o, ahimè, se si sarebbe concluso male — ha mantenuto sino alla fine il fascino dell'ignoto, alimentando il mio interesse e la mia immaginazione. Insomma, l'attesa, divenuta nel frattempo aspettativa e poi speranza di incontrare un nuovo grande amore letterario, è stata ampiamente ripagata. Il perché è presto detto.
Se sulle prime "Consegna notturna" appare come un romanzo leggero e veloce — e lo è, senza ombra di dubbio —, a uno sguardo più attento rivela una profondità d'intenti e una ricchezza di contenuti e di spunti di riflessione davvero toccante. 

Noah Valentine è il perfetto protagonista di un romanzo cozy mystery — che si sposa con alcuni elementi del genere hard-boiled — ambientato in una Los Angeles sotto assedio. L'anno è il 1992, il mese è quello di aprile, i giorni sono quelli — reali — delle sommosse scoppiate dopo l'assoluzione di quattro ufficiali di polizia, accusati di aver aggredito selvaggiamente un uomo afroamericano di nome Rodney King. Insomma, sono giorni di violenza diffusa, di saccheggi e di incendi dolosi. 
In mezzo a questo caos di devastazione e di rabbia sociale, Noah, proprietario di un videonoleggio a Silver Lake, sembra essere turbato soltanto perché il suo vicino Guy Peterson — proprietario di un negozio di apparecchi fotografici, che ha riportato gravi danni in seguito alla rivolta — è stato dichiarato morto. Spinto dalla curiosità, e con la scusa di ritirare delle videocassette che Guy ha noleggiato ma non restituito, decide di andare a casa sua dove, per puro caso, rimane coinvolto in un mistero che lo spinge, da quel momento in poi, a improvvisarsi detective mettendo anche a rischio la propria incolumità. 

È questa la bellezza del lavoro di Thornton: fila la matassa del mistero e, allo stesso tempo, trascina il lettore attraverso un intreccio di vite, di inganni, di segreti e di dialoghi serrati. 
L'ambientazione è perfetta: Los Angeles con il suo glamour, che funziona come una fabbrica di sogni e di facili illusioni, diventa teatro di relazioni minate dalla gelosia, dall'invidia e dalla rivalità. 
Durante la sua indagine dilettantesca Noah incontra individui capaci di tentare ogni espediente per ottenere quello che desiderano e riesce ad aprire il vaso di Pandora, portando alla luce la tensione nei rapporti tra il Los Angeles Police Department e la comunità Lgbt+ losangelina. Del resto, si sa, una lunga esperienza in fatto di comportamenti ostili, spietati e sistematici nei confronti delle minoranze può essere solo la punta dell'iceberg di una realtà molto più vasta, complessa e importante.
Intorno a Noah ruota poi un gruppo di personaggi — alcuni ben costruiti e incisivi, altri soltanto abbozzati — di cui spero di leggere di più nei prossimi volumi. Si tratta di amici, dipendenti, parenti persino, ricchi di empatia, di umanità e di umorismo che, quando non lo aiutano nelle indagini, cercano in tutti i modi di prendersi cura di lui, infondendo gioia e calore anche nei momenti più bui. 

Per quanto le descrizioni siano ridotte ai minimi termini e i dialoghi e le azioni dei personaggi rappresentino l'ossatura della storia, il ritmo narrativo non cede mai alla debolezza e il racconto si srotola con un'ironia, un cinismo e un sarcasmo affilatissimi, dando alla prosa di Thornton un'impronta vibrante e dotata di vita propria che mi ha commosso in più punti e mi ha impressionato sin dalla prima pagina, attirandomi con un'intensità tale da non lasciarmi più andare.
Alla fine, ho avuto come la sensazione di guardare un bel film: mentre mi assaliva la voglia di assecondare l'entusiasmo e l'impulso irrefrenabile di fare domande, che anticipassero la trama oppure evidenziassero e svelassero dei punti oscuri, finivo con il mordermi la lingua per non spezzare il legame, la profonda connessione instaurata con i personaggi.  

Ora, ai margini della questione principale, e cioè del mistero da risolvere, c'è appunto Noah. È suo il pov in prima persona ed è suo il tono sottostante di malinconia che pervade l'intero romanzo. 
Noah è un ragazzo perseguitato dal passato, ha ferite profonde, un nervo scoperto percorso da un fremito di rabbia, paura, solitudine e dolore, che esige, in qualche modo, il prezzo delle cose che ha vissuto e amato. A volte non parla, non si confida, e non per vincere, come un vecchio lottatore, bensì per sopravvivere. Eppure combatte, Noah, sino a indossare il volto sincero dell'onestà, soprattutto quando, a tu per tu con se stesso, sfugge alla trama crudele della recitazione.

Apro e chiudo una parentesi. Se amate prevalentemente il genere romance, può darsi che "Consegna notturna" non faccia al caso vostro. Ma se siete tentati di leggere qualcosa di nuovo, e cioè un romanzo scritto davvero bene, la cui storyline romantica vada un po' fuori dai soliti schemi e in cui il personaggio principale sia diverso da ogni cliché, allora ve lo consiglio caldamente. E lo consiglio in ogni caso perché Noah, con la sua personalità forte, curiosa e intraprendente, è capace di spostare i confini del possibile e dell'accettabile. Thornton ha costruito una storia d'amore che, per ragioni di trama, di ambientazione, di contesto storico e di caratterizzazione psicologica dei personaggi, ha bisogno di tempo per svilupparsi e, presumibilmente, per maturare. Ma ha fatto molto di più. È vero, questo primo volume della serie Pinx Video Mystery è leggero e divertentissimo; ed è un tributo sia alla comunità gay di Los Angeles — di cui descrive con cura l'identità e la geografia di ogni quartiere —, sia agli ormai lontani anni '90 — il libro è un tuffo nella cultura pop di quel periodo ed è densissimo di riferimenti musicali e cinematografici, che mi hanno obbligato ad ammettere, controvoglia, di avere decisamente superato gli anta. Però, è anche un libro che ama ricordare. 
Nel 1992 ero nel pieno dell'adolescenza e, tra una canzone emo e l'altra, sapevo di trovarmi in quella stagione irripetibile in cui senti di avere il vento in poppa e davanti a te tutta una vita da vivere. Era da poco caduto il Muro di Berlino e a motivarci c'era la prospettiva di un tempo di pace. Credevamo che non ci sarebbero più stati né conflitti, né scontri idelogici, né povertà o disuguaglianze sociali. Invece, soffiavano già nuovi venti di guerra e le immagini della rivolta di Los Angeles smentivano la promessa di una tendenza a tutelare le persone da un clima di discriminazione ostile, umiliante, violento e intimidatorio. Oggi, voltandomi indietro, mi rendo conto che come sempre la storia si ripete e il 29 aprile 1992 è, in verità, il 25 maggio 2020 quando, poco dopo le ore 20, George Floyd, afroamericano, muore a Minneapolis, in Minnesota, sotto il ginocchio di un poliziotto, scatenando negli Stati Uniti una rivolta senza precedenti e mobilitando cortei di protesta in tutto il mondo. Non solo. Gli anni '90 di cui racconta Thornton sono anche figli di quel decennio nero degli '80 che, nel ricordo collettivo, rappresenta una ferita ancora aperta per la comunità Lgbt+ statunitense. Sono, per intenderci, gli anni del "don't ask, don't tell", degli stereotipi, dei pregiudizi e dei preconcetti capaci di influenzare negativamente intere esistenze. In "Consegna notturna" Marshall Thornton ricorda la difficoltà del coming out, il peso della vergogna, ma anche la lotta quotidiana contro il disgusto tipico dell'omofobia. 
E allora per apprezzare lo spessore di questo libro, fortunatamente privo di retorica e di un inutile tono melodrammatico, bisogna leggere tra le righe: lì sono condensati il passato, il carattere e il modo di vivere di Noah Valentine. La sua è una storia di finzione unica, sì, ma è anche una storia universale. Perché sono tanti i ragazzi, non solo statunitensi, che hanno vissuto — e che tuttora vivono — come lui, costretti all'immutabile scelta di non scegliere, o di cadere, consolidandosi, nell'oblio. Thornton, con una tenerezza davvero inaspettata, ne preserva la memoria. Come Noah non è rimasto indifferente. Ha scelto di dare voce al loro coraggio, agli eventi che ne hanno travolto speranze e aspettative, e ha messo nero su bianco i loro bisogni, la loro forza e determinazione, cristallizzandone il ricordo. 
A questo mi ha condotto "Consegna notturna", a questo e a molto altro. Soprattutto, però, mi ha riportato alla mente i bellissimi versi di Langston Hughes, che sono unici e universali al tempo stesso. Le poesie, come i sogni, sono desideri, ma di certo aiutano a vivere: "Lascia che l'America sia di nuovo l'America. / Lascia che sia il grande sogno che era. / Quella grande, forte terra d’amore / Dove nessuno è oppresso."

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